Faceva rotolare il blocco di argilla avanti e indietro, lo comprimeva e lo allungava con la parte posteriore del palmo delle mani, lo sbatteva con forza sul tavolo, calcava, spingeva, poi ricominciava dall’inizio, ripeteva tutta l’operazione, una volta, un’altra volta, e un’altra ancora… Metteva da parte il cilindro compatto in cui aveva trasformato l’argilla e cominciava a impastare un altro blocco.
José Saramago,
La caverna, Einaudi
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